Il cateterismo venoso
Le evidenze scientifiche affermano che il numero dei pazienti che afferiscono a terapie infusionali protratte per lunghi periodi è in forte aumento. E’ certamente il caso delle persone affette da sclerosi sistemica che sperimentano a intervalli variabili infusioni di medicinali per il trattamento della patologia. Spesso trovare la vena è difficile, dato il restringimento delle stesse e doloroso a causa della sclerosi (indurimento della pelle). Del resto la mancanza di una accesso venoso adeguato, comporta: ritardato inizio del piano terapeutico, allungamento dei tempi infermieristici per reperire gli accessi, aumento del disagio e dello stress del paziente. Nei pazienti sottoposti a terapie infusionali superiori ai cinque giorni, dovrebbe essere presa in considerazione l’opportunità di fare ricorso ad un catetere intravascolare di media lunga durata, come il MidLine o il PICC, sulla base di criteri di valutazione relativi alle caratteristiche dei farmaci infusi oltre alla disponibilità del letto vascolare periferico, necessario per garantire la continuità terapeutica e l’efficienza del sistema infusivo. La presenza di cateteri intravenosi può in alcuni casi portare a importanti complicanze catetere-correlate (TVP, infezione, rottura) e a discomfort per il paziente; la valutazione dei benefici di utilizzo e della gestione a casa da parte del paziente è una valutazione del medico specialista. Conosciamo i cateteri disponibili.
– MIDLINE (alla lettera “mezza linea”) è un accesso periferico ad inserimento medico ed infermieristico per terapie che possano andare in vena periferica. Per farmaci con PH tra 5 e 9 e con osmolarita’ inferiore a 800 milliosmoli al litro mOsm/l non adatto per chemioterapici che sono lesivi per l’endotelio vasale periferico. Serve per terapie a medio termine. Necessita di una medicazione alla settimana. Non è un catetere venoso centrale ma un catetere venoso periferico.
– PICC ( Peripherilly Inserted Central Catheter ) è un catetere venoso centrale ad inserimento periferico. Serve per terapie iperosmolari e con ph inferiore a 5 e superiore a 9 come i chemioterapici, ecc…. Può essere inserito sia da un medico che da un infermiere. Per terapie a medio termine che necessitano di un vaso centrale. Necessita di una medicazione alla settimana
La gestione a casa Per il Picc e il Midline bisogna fare attenzione a non bagnare la medicazione durante la doccia e non sollevare carichi molto pesanti con il braccio nel quale è inserito. In genere sono possibili tutte le normali attività quotidiane.
Il posizionamento del PICC è controindicato nelle seguenti situazioni: Nota o sospetta batteriemia o setticemia, pregressa irradiazione del sito di inserimento previsto, pregressi episodi di trombosi venosa o interventi di chirurgia vascolare nel sito di posizionamento previsto, fattori locali in grado di prevenire l’adeguata stabilizzazione o accesso del dispositivo (eritemi, edemi, eczemi…), insufficienti dimensione del vaso che conterrà il device rispetto alle dimensioni del dispositivo stesso.
– Port è un catetere totalmente impiantabile ( sotto cute ) per terapie a lungo termine.
È composto da una camera in titanio amagnetico, non visibile ai metal detector, con la parte superiore in silicone perforabile 2000 volte . Il catetere è in silicone o in poliuretano alifatico.
Al Port si connette un ago di Huber, dopo guarigione della ferita chirurgica , per infondere le terapie. L’ ago deve essere sostituito ogni 7 giorni. Se il Port non viene utilizzato deve essere lavato una volta al mese. Permette di svolgere tutte le attività quotidiane.
Le richieste e il consiglio dell’utilizzo di un impianto di cateterismo avvengono da parte del proprio medico specialista in considerazione delle terapie che si prospettano per il paziente. Il Picc Team può proporre alternative a patto che la valutazione possa essere possibile.