Prestazioni esenti solo in alcune Regioni, ecco il perché

E’ estremamente importante capire perché una stessa prestazione é erogabile in regime di esenzione in una Regione e la stessa prestazione non é erogabile a carico del Servizio Sanitario Nazionale in un’altra.

Le prestazioni erogabili in SSN sono definite dai LEA Livelli Essenziali di Assistenza che sono stati ridefiniti e licenziati con DPCM 12 gennaio 2017; nel frattempo, grazie ai progressi continui della scienza, altri ne sono stati individuati, e si potrebbero aggiungere, a beneficio di tanti cittadini malati, ma anche a vantaggio della prevenzione e della promozione della salute di ogni cittadino.

I LEA sono attualmente applicati diversamente nelle varie Regioni e per una unificazione sul territorio nazionale é necessaria l’approvazione del Decreto Tariffe Unico da parte della Conferenza Stato-Regioni, ciò sbloccherebbe l’entrata in vigore anche del Nomenclatore della specialistica ambulatoriale e quello dell’assistenza protesica.

Questo atto dovuto garantirebbe la presa in carico assistenziale e diagnostica attraverso il SSN uniformemente nelle varie Regioni, abolendo così la necessità per il paziente di ricorrere alle visite e diagnostica in intra-moenia, la mobilità passiva, disincentivando “i viaggi della speranza” da una regione all’altra e assicurando a parità di costo le stesse cure in ogni regione.

Recentemente Cittadinanzattiva – insieme a numerose associazioni di pazienti – ha inviato una formale diffida rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministeri nonché Presidente della Conferenza permanente Stato-Regioni e a tutti i Presidenti di Regione e delle Province autonome, affinché sia convocata al massimo entro sette giorni la Conferenza Stato Regioni con all’ordine del giorno la discussione del Decreto Tariffe e sia raggiunta immediatamente l’Intesa. 

Come già segnalato, dal mancato raggiungimento dell’Intesa dipende infatti la mancata entrata in vigore dei Lea del 2017 e del loro successivo, e già previsto, aggiornamento: si tratta di una situazione “in palese contrasto con la tutela della salute, quale diritto individuale e interesse della collettività (art. 32 Cost.)”, come recita la diffida, “e manifesta il venir meno all’obbligo di tutela della salute da parte dello Stato/Regioni e dunque del servizio sanitario nazionale, nonché finanche il non rispetto della dignità e della qualità della vita delle persone”.

Perchè è importante l’aggiornamento dei LEA

Solo con l’approvazione del Decreto Tariffe e l’aggiornamento dei LEA, sottolineano le organizzazioni nell’atto di diffida, si potrà:

– determinare l’esigibilità su tutto il territorio nazionale delle prestazioni di nuova introduzione, tra cui un rilevante numero erogato a livello ambulatoriale, e il superamento delle disomogeneità assistenziali tra i cittadini;

– ridurre la mobilità sanitaria, ma anche gli stessi costi sanitari poiché il Decreto trasferisce alcune prestazioni dal settore ospedaliero a quello di specialistica ambulatoriale;

– procedere all’effettivo monitoraggio delle prestazioni ambulatoriali LEA nonché delle prestazioni ospedaliere, consentendo quindi la verifica della soddisfazione dei bisogni sanitari, di accessibilità dei servizi, di tempi di attesa e di appropriatezza delle prestazioni;

– prevedere l’aggiornamento delle prestazioni incluse anche alla luce delle nuove evidenze scientifiche.

Infine, ma non da ultimo, la mancata approvazione del Decreto tariffe, oltre ad impedire l’entrata in vigore dei LEA del 2017 e di quelli ulteriormente aggiornabili, rischia di pesare nella definizione al ribasso dei Livelli essenziali di prestazione (c.d. LEP) previsti dal nuovo Disegno di Legge sul “regionalismo asimmetrico”. Se i LEP, che rappresentano almeno sulla carta l’unico contrappeso agli ulteriori squilibri regionali cui potrebbe portare l’autonomia differenziata, fossero definiti a partire da Lea vecchi di 20 anni, si determinerebbe la definitiva dissoluzione del Servizio sanitario nazionale e l’impossibilità conclamata di garantire uguali prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale.

Fonte: Cittadinanzattiva

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