Nel linguaggio simbolico dei fiori le margherite sono sempre circondate da un alone di romantica semplicità; non come le rose, ad esempio, che a seconda del colore possono sì rappresentare sentimenti molto forti, ma anche avere significati non sempre positivi nei confronti di chi le riceve in regalo. Basti pensare alle rose gialle che possono rappresentare amicizia, contentezza e vitalità, ma anche gelosia o il dissolversi di un amore.
Per le margherite il discorso è diverso. Sono il fiore del “m’ama, non m’ama” ma non solo; vengono associate a significati sempre positivi, come delicatezza, allegria, fedeltà, pazienza, felicità. Il riferimento è in particolare alle margherite “classiche”, cioè quelle dai petali candidi, mentre spesso si considerano genericamente come margherite altre specie appartenenti alla famiglia delle asteracee, simili nell’aspetto ma con petali dai colori più intensi che, in molti casi, fioriscono in periodi diversi dai mesi primaverili ed estivi, per esempio nel tardo autunno fino all’inizio dell’inverno.
Se quindi vogliamo abbellire il nostro giardino o i terrazzi con i loro folti bouquet bianchi, alti fino a 90 centimetri, o con i colori degli ibridi che si trovano in commercio (crema, gialli, rosati) possiamo contare su una buona facilità di coltivazione, essendo la margherita una pianta con poche esigenze.
La posizioni luminose sono le migliori per la crescita e la fioritura delle margherite. È bene però tenere conto della delicatezza dei loro petali, perciò se possibile è meglio scegliere luoghi che siano anche un po’ riparati da forti raffiche di vento e da precipitazioni troppo intense. Per le piante coltivate in giardino nelle zone dove l’inverno è piuttosto freddo occorre proteggerne le radici con pacciamature se si vogliono conservare per la successiva stagione. Le temperature ideali per ottenere il meglio sono quelle superiori ai dieci gradi e fino a circa venti. La coltivazione può essere fatta anche in vaso; in questo caso bisogna fare attenzione all’apparato radicale che, sviluppandosi in ampiezza e profondità più di altre piante, tende a fuoriuscire in tempi relativamente brevi dai fori di scolo dell’acqua, richiedendo perciò il rinvaso in recipienti più grandi.
Come la maggior parte delle piante da fiore anche la margherita va innaffiata di frequente nei periodi più caldi e sempre, comunque, quando il terreno risulta asciutto; diversamente in inverno quando le innaffiature possono essere molto diradate, fino a intervalli di 10-15 giorni. Buona regola, anche per un fatto estetico, è quella di togliere i rami rinsecchiti e i fiori appassiti.
Silvio della Casa