Le campanule, con le loro numerose specie sia spontanee che coltivate, sono tra i fiori che fanno subito pensare alla primavera e, in qualche modo, alla freschezza della rinascita stagionale della natura. Spesso vendute in graziosi contenitori tipicamente da regalo o inserite in bouquet di fiori recisi, sono anche molto apprezzate per il loro valore decorativo nei giardini o, cresciute in vaso, su balconi e terrazze.
Delle oltre cinquanta specie presenti alle nostre latitudini, una delle più comunemente coltivate è la campanula carpatica che produce fiori profumati solitamente di colore azzurro o blu intenso, talvolta lilla o bianchi, che attirano molte specie di insetti impollinatori. Alta non più di 15-20 centimetri, la campanula carpatica è particolarmente adatta come prima fascia nelle bordure con diverse essenze floreali. Come tutte le specie di campanula è di semplice coltivazione, adatta per tutti i tipi di terreno, anche rocciosi e calcarei.
Tutte le campanule hanno un periodo di fioritura prolungato che generalmente copre la quasi totalità dei mesi primaverili ed estivi, in particolare se si ha l’accortezza di togliere i fiori che man mano appassiscono. Possono essere piante annuali o perenni, come nel caso della carpatica, e la loro migliore collocazione è in mezz’ombra.
Le innaffiature devono essere regolari senza eccessi di acqua; può comunque essere utile nebulizzare periodicamente le foglie per mantenere una certo livello di umidità intorno alla pianta, soprattutto in presenza del caldo estivo. Le specie biennali o perenni devono essere protette dalle temperature invernali troppo fredde, quando il termometro scende al di sotto dei 5-7 gradi.
Nonostante il loro aspetto in genere piuttosto delicato, nel simbolismo dei fiori le campanule rappresentano anzitutto la perseveranza e anche la speranza. Queste attribuzioni sono legate in primo luogo alla capacità di attecchire e crescere in ambienti come i terreni rocciosi, normalmente non ospitali per molti altri tipi di vegetali.
Silvio della Casa




