Nei campi incolti, ai margini delle strade e qualche volta anche in aree destinate a pascolo non è raro imbattersi nei cardi, con le loro foglie e spesso anche i fusti piuttosto spinosi che ricordano abbastanza da vicino le piante di carciofo. Appartengono infatti alla stessa famiglia delle Asteracee e possono essere considerati come dei carciofi selvatici. Il più diffuso è il Sylibum marianum, noto appunto come cardo mariano per via di una delle diverse leggende a cui è legato. All’inizio del periodo estivo il suo aspetto poco attraente migliora grazie alle infiorescenze generalmente viola o magenta che si presentano formate da capolini sulla sommità del fusto. Malgrado sia considerata una pianta infestante dannosa, in particolare nei pascoli e nei terreni da fienagione, il cardo mariano può venire coltivato per le sue proprietà officinali e per i suoi utilizzi in cucina e nella preparazione di liquori.
Diverse altre varietà di cardi, soprattutto quelle prive di spine, sono normalmente coltivate come ortaggi per la preparazione di piatti tipici e ne esistono anche di specie considerate ornamentali che presentano forme e colori differenti da quelle officinali. Qualcuno le consiglia addirittura per difendere particolari aree del giardino dall’ingresso di animali non desiderati.
Chi volesse cimentarsi nella coltivazione di cardi non ha necessità di dedicarvi troppo impegno, trattandosi in genere di piante piuttosto rustiche che si adattano a quasi tutti i tipi di terreno, anche se gli ambienti ideali sono i giardini rocciosi e sabbiosi. Gradiscono l’esposizione in pieno sole, mentre la fioritura inizia solo al secondo anno, quando dalla rosetta di foglie basali tipica del primo anno di vita si sviluppa il fusto che, nella maggior parte delle specie, può crescere fino a oltre un metro di altezza. La buona resistenza sia ai freddi invernali che a siccità estive, unita alla limitata esigenza di innaffiature, ne facilita ulteriormente la cultura.
Tra le curiosità inerenti a queste piante le più note sono probabilmente, come detto, le leggende legate al cardo mariano e, più precisamente, alle striature bianche delle sue foglie e all’abbondante spinosità. La tradizione popolare ha fatto derivare le prime dalle gocce del latte materno di Maria disperse durante la fuga in Egitto, mentre la seconda sarebbe stata fatta nascere dal dolore della Terra per la morte del mitologico pastore siciliano Dafni.
Silvio della Casa




