Euphorbia cespugliosa

Con il termine Euphorbia si identifica un genere di piante molto ampio comprendente oltre duemila specie assai diverse fra loro per forma, dimensione e struttura che, agli occhi dei non esperti del settore, le rende difficilmente assimilabili tra loro. Basti pensare che al genere Euphorbia appartengono la Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima), la Spina di Cristo (Euphorbia milii) nonché diverse specie dall’apparenza del tutto simile a quella dei cactus.

Anche Euphorbia cespugliosa (Euphorbia characias) ha un aspetto piuttosto singolare che la rende particolarmente apprezzata come pianta ornamentale. Di portamento cespuglioso, alta fino a un metro o poco più con fusti prevalentemente legnosi, le sue caratteristiche estetiche principali sono le foglie di colore verde-azzurrognolo e la parte floreale costituita da brattee giallastre, cioè foglie modificate che proteggono minuscoli fiori. La fioritura si mantiene per diversi mesi, potendo iniziare già a gennaio per protrarsi fino a inizio estate.

Come molte specie di Euphorbia, la cespugliosa è particolarmente adatta per zone secche, tipiche della macchia mediterranea e terreni prevalentemente rocciosi; per questo motivo è una pianta di facile coltivazione che non teme la siccità e, di conseguenza, non richiede molte innaffiature; è anzi preferibile non accedere nella somministrazione di acqua per evitare il rischio di marcescenza delle radici. Una specifica attenzione deve però essere posta nel manipolare la pianta, ad esempio per potarla o per togliere i fiori appassiti e i rami secchi: è consigliabile usare sempre i guanti perché il lattice bianco emesso dalle Euphorbie quando si spezzano i rami e le foglie è fortemente irritante per la pelle e provoca infiammazioni se viene a contatto con gli occhi e le mucose.

L’Euphorbia cespugliosa può essere collocata anche in giardini non strettamente di tipo mediterraneo, inserita in bordure miste che non richiedano frequenti innaffiature; se però il clima non si mantiene mite durante tutto l’anno, nei mesi più freddi è necessario fornirne la protezione mediante apposita pacciamatura.

Silvio della Casa

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