Nel periodo solitamente compreso tra fine marzo e maggio capita spesso di vedere le scenografiche fioriture viola o lilla a grappoli, in genere molto profumate, tipiche delle specie più comuni di glicine, originarie dell’Asia. Uno spettacolo che può succedere di incontrare praticamente in qualsiasi ambiente: cittadino, campagnolo, in collina o lungo i laghi e nelle località marittime, perché i glicini sono piante molto robuste e di poche esigenze, in grado di sopportare l’inquinamento cittadino, le intemperie e temperature fino a 15 gradi sotto zero e oltre i 40 nel periodo estivo. Si adattano bene anche a quasi tutti i tipi di terreno, tranne quelli troppo calcarei, e prediligono posizioni ben soleggiate per dare il loro meglio nei periodi di fioritura.
Per il resto non richiedono attenzioni particolari se non quelle comuni alla maggior parte delle piante da giardino per quanto riguarda innaffiature e concimazioni. Un paio di potature all’anno, la prima al termine della stagione invernale e una più leggera dopo il periodo estivo, permettono di ottenere i migliori risultati nella stagione successiva.
La loro straordinaria vigorosità è però un aspetto importante di cui tenere conto. Sono infatti dei rampicanti a crescita relativamente veloce che, secondo la specie, possono raggiungere anche diverse decine di metri in altezza ed espandersi anche in larghezza, avvolgendosi su qualunque sostegno disponibile; inoltre la loro robustezza può piegare manufatti metallici (pali, cancellate, reti) non sufficientemente solidi e danneggiare elementi di edifici, come muretti e grondaie, o anche pavimentazioni a causa dello sviluppo radicale. Nella scelta di piantare un glicine occorre quindi valutare se sia sufficiente lo spazio disponibile e, per evitare possibili danni, si suggerisce di solito di affiancarlo a massicce strutture in legno come portici e gazebi, che meglio resistono a questo tipo di sollecitazioni, oppure costringerne la crescita a formare una sorta di albero legnoso che non si avvolga sugli elementi circostanti.
Un metodo indicato per raggiungere quest’ultimo risultato è quello di piantare alcuni fusti di glicine, intrecciarli tra loro e sostenerli con un tutore in modo che si sviluppino verticalmente finché crescendo si saldino tra loro lignificando in un tronco che si autosostiene. Quando la pianta raggiunge l’altezza desiderata si possono disporre dei sostegni orizzontali per guidare i rami che porteranno la fioritura.
In linea di principio i glicini possono essere coltivati in vaso, utilizzando di preferenza le specie nordamericane che hanno uno sviluppo più contenuto (solo alcuni metri in altezza); ma in ogni caso dopo qualche stagione andrebbero piantati in terra perché l’espansione dell’apparato radicale non può più svolgere la sua corretta funzione in uno spazio angusto, a meno di rinvasare la pianta riducendo in modo rilevante sia le radici che la parte aerea.
Silvio della Casa




