Nota anche come Aralia japonica la Fatsia, arbusto sempreverde originario prevalentemente del Giappone e della Corea, è tra le piante che ben si prestano alla coltivazione sia all’esterno che all’interno, offrendo quindi i suoi pregi ornamentali nei giardini come negli appartamenti e negli uffici. In autunno, generalmente tra ottobre e novembre, produce piccoli fiori bianchi, raggruppati secondo infiorescenze tondeggianti, che si trasformano poi in bacche scure non commestibili se non per diverse specie di volatili. La fioritura è abbastanza comune all’aperto mentre è più difficile da ottenere se la pianta viene tenuta all’interno dei locali. La collocazione ottimale è in una zona semi ombreggiata o anche luminosa purché non vi sia esposizione diretta ai raggi solari, soprattutto nelle ore più calde del periodo estivo per evitare il danneggiamento delle foglie.
La Fatsia è relativamente facile da coltivare tenendo conto delle diverse esigenze in relazione al luogo dove viene collocata. Si tratta infatti di un arbusto piuttosto rustico in quasi tutte le varietà che la caratterizzano; non ha particolari esigenze di terreno e può resistere abbastanza bene sia al caldo estivo che al freddo invernale fino ad alcuni gradi sotto lo zero. Nella stagione calda richiede innaffiature adeguate tali da non lasciare il terreno troppo secco, innaffiature che possono essere ridotte in autunno e in inverno tranne che per le piante coltivate in vaso per le quali è bene lasciare sempre leggermente umida la terra.
Per le piante tenute all’interno occorre scegliere un ambiente non troppo caldo, che non vada oltre una ventina di gradi, e tenerle ovviamente lontane da fonti di calore come termosifoni, stufe, riscaldatori elettrici e simili. Inoltre se l’ambiente è particolarmente secco è opportuno nebulizzare periodicamente le foglie con acqua non calcarea.
In giardino la Fatsia può raggiungere i tre o quattro metri di altezza e, in generale, non richiede potature se non per eliminare i rami più vecchi che tendono a perdere il fogliame venendo poi sostituiti a primavera dalle nuove ramificazioni che si sviluppano dalla base della pianta.
Silvio della Casa




