“Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo, in piedi, Signori, davanti a una Donna”.
William Shakespeare
L’8 marzo, come tutti sappiamo, si è celebrata la festa delle donne, una festa istituita per commemorare le 314 operaie di un industria tessile di New York che nel 1911 morirono in un incendio nella fabbrica nella quale erano state rinchiuse dai proprietari dell’azienda con lo scopo di sedare la ribellione che le stesse operaie avevano iniziato.
Ma che significato ha oggi la festa delle donne? Non basta regalare una mimosa o condividere sui profili social personali frasi fatte che inneggino alle donne se poi quotidianamente ci troviamo a combattere contro le discriminazioni di genere. Negli anni molti passi avanti sono stati fatti nella direzione della parità di genere grazie a decine di donne che sono state protagoniste della storia, si pensi a Rosa Parks, Rita Levi Montalcini, Marie Curie, Margherita Hack, Anna Frank, Madre Teresa di Calcutta.
Se riflettiamo c’è ancora molto da fare. Pensiamo al lavoro. In Italia oggi una donna su due non è occupata. Secondo i dati Eurostat, nel 2018 le donne attive nel mercato del lavoro (occupate e disoccupate) tra i 15 e i 64 anni erano solo il 56,2% del totale a fronte del 68,3% medio in Ue, il dato peggiore in assoluto. Il gender gap, ovvero il divario tra uomini e donne occupati nell’attività lavorativa rimane inoltre di 18,9 punti.
Questi dati dovrebbero fare riflettere. Se nel 2020 gli uomini sono ancora più richiesti per ricoprire una posizione lavorativa rispetto alle donne, allora forse qualcosa in più andrebbe fatto per garantire la possibilità alle donne di potersi affermare nel mondo del lavoro, arrivando anche a ricoprire posizioni di prestigio. Per quanto riguarda la retribuzione, in Europa le donne guadagnano il 16% in meno rispetto agli uomini e per quanto riguarda l’Italia, il nostro paese è ad oggi al 126esimo posto nella classifica che mette il luce la disparità retributiva tra uomini e donne.
La causa è da riscontrare nel nostro patrimonio culturale che ha relegato per anni la donna alla sola funzione di madre e moglie. Indubbiamente se ci fossero adeguati servizi per la prima infanzia e servizi di supporto alla famiglia, probabilmente la situazione sarebbe ben diversa.
Ma celebrare le donne oggi, vuol dire anche ricordarsi di tutte quelle che, incastrate in una relazione sbagliata, perdono la vita spesso per mano dello stesso compagno: 16 sono le vittime di femminicidio dall’inizio dell’anno o anche di quelle donne i cui corpi vengono sfruttati o maltrattati.
Certamente la festa della donna oggi è una ricorrenza da ripensare, non basta un fiore per restituire il rispetto e la dignità che tutte le donne meritano. L’educazione culturale in tal senso deve partire dai bambini per insegnare loro a contrastare sentimenti negativi quali la prevaricazione e la prepotenza. Non esisterebbe società se le donne non ci fossero, impariamo ad amarle e a rispettarle, tutti i giorni dell’anno.
Mariabeatrice Elvano




