La prerogativa più evidente che caratterizza le lantane è data sicuramente dalle variopinte fioriture. Non solo perché ogni singola infiorescenza semisferica è composta da diversi fiorellini spesso di tinte diverse tra di loro, ma anche perché una medesima pianta può produrre fiori e infiorescenze di diverso colore col decorrere del tempo durante la stessa stagione. I colori più comuni delle specie più diffuse nei nostri giardini, come la Lantana Camara, sono il giallo, l’arancione, il rosa fino al rosso e al lilla, accostati tra loro in una medesima infiorescenza o in alternanza tra un ramo e l’altro della pianta.
Tra le diverse specie di lantana, quasi tutte originarie dell’America Centrale e Meridionale dove spesso sono considerate infestanti, alcune si sono diffuse in molte parti del mondo soprattutto nei Paesi a clima mite e nell’area mediterranea, non essendo sufficientemente resistenti alle gelate invernali. Sono coltivabili sia in terra che in vaso, ma occorre tenere presente le potenzialità di sviluppo che hanno queste piante; perciò se vengono coltivate nei vasi, comunque di una certa capienza, richiedono periodiche potature per mantenerle in dimensioni ottimali, mentre per la coltivazione in piena terra è necessario riservare loro adeguati spazi nelle aiuole, perché la loro crescita arbustiva tende ad occupare le aree circostanti e, anche in questo caso, può risultare opportuno eseguire saltuarie potature da eseguirsi in autunno poco prima della stagione invernale. Queste ultime sono spesso utili anche per evitare uno sviluppo disordinato dei rami come accade, per esempio, nei cespugli di rovi.
Per il resto la coltivazione delle lantane non richiede troppe attenzioni, considerato anche il risultato estetico che si ottiene con le intense fioriture dalla primavera all’autunno inoltrato, purché la pianta goda di un’esposizione luminosa in pieno sole. Non ha particolare esigenze di terreno e le innaffiature devono essere costanti solo nei periodi più caldi e quando la terra risulta particolarmente asciutta. Resiste comunque abbastanza bene a brevi periodi di siccità e anche a gelate leggere e occasionali; nelle zone con temperature invernali piuttosto basse per periodi prolungati, al di sotto dei 5 gradi, è bene in ogni caso ritirare i vasi in luogo riparato e proteggere gli arbusti in giardino con pacciamatura del terreno ed eventuale copertura con teli di “tessuto non tessuto”. Da notare che in molti casi, dopo un inverno in cui le piante non siano state ben protette, nei primi mesi dell’anno i rami possono presentare un aspetto totalmente rinsecchito che suggerirebbe l’immediata rimozione del cespuglio. In questi casi è bene avere pazienza e attendere: il più delle volte a marzo si vedranno spuntare qua e là piccole coppie di foglie e, nel giro di qualche settimana, il rinverdimento sarà completo e la fioritura pronta a ripartire.
Silvio della Casa




