Un approfondimento sulla contraccezione in Sclerosi Sistemica
Ogni coppia dovrebbe avere il diritto di decidere consapevolmente se e quando avere un figlio. Nelle pazienti affette da malattie infiammatorie croniche come la Sclerosi Sistemica la pianificazione familiare si rende inoltre necessaria in caso vengano utilizzati farmaci potenzialmente dannosi per il bambino o quando siano presenti complicanze che rendono la gravidanza pericolosa per la salute della donna.
La contraccezione in Sclerosi Sistemica
Con il termine contraccezione si indica l’insieme dei metodi utilizzabili per evitare l’instaurarsi di una gravidanza. La percentuale di efficacia di ciascun metodo contraccettivo può essere espressa dal numero di gravidanze insorte durante il primo anno di utilizzo: quanto più bassa è la percentuale tanto più affidabile è il metodo in questione. La scelta del contraccettivo va fatta dalla donna o dalla coppia in collaborazione con il personale sanitario (ginecologo, ostetrico e reumatologo), sulla base delle proprie necessità e delle possibili controindicazioni. I metodi illustrati sono tutti reversibili: alla sospensione cessa l’effetto contraccettivo. Esiste anche un metodo non reversibile, cioè la sterilizzazione chirurgica (maschile o femminile) che determina l’impossibilità definitiva di avere figli. Di seguito i metodi di contraccezione usati anche in Sclerosi Sistemica.
Metodi naturali di contraccezione
Sono metodi che non prevedono l’utilizzo di farmaci o mezzi meccanici, non proteggono dalle malattie a trasmissione sessuale.
- Coito interrotto: è un metodo contraccettivo che prevede che l’uomo ritiri il pene dalla vagina subito prima dell’eiaculazione. Molti fattori rendono poco affidabile il metodo (scorretta esecuzione, presenza di spermatozoi nel liquido che fuoriesce prima dell’eiaculazione, ripetuti rapporti)
- Metodi basati sull’individuazione del periodo fertile: si basano sul riconoscimento del periodo fertile della donna (ovvero quei giorni all’incirca 6 al mese) in cui è possibile che a un rapporto completo seguia una gravidanza. Questo periodo è riconoscibile attraverso segni soggettivi (aspetto e consistenza del muco cervicale, modificazioni del collo dell’utero e della tensione mammaria) e misurazioni (temperatura corporea, durata del ciclo mestruale). Esistono anche degli strumenti computerizzati che integrano i dati del ciclo mestruale e il dosaggio di due ormoni sulle urine del mattino. Per evitare una gravidanza sarà necessario astenersi dai rapporti sessuali durante il periodo individuato come fertile. L’efficacia ottimale si discosta quindi molto dall’efficacia reale, motivo per cui questi metodi vengono generalmente sconsigliati a pazienti che devono assolutamente evitare una gravidanza.
Metodi ormonali
Prevedono l’assunzione di ormoni (estrogeni – progesterone) secondo varie modalità:
- in compresse (la cosiddetta pillola, di cui sono disponibili varie formulazioni)
- sotto forma di cerotto
- tramite un anello da inserire in vagina.
Esistono anche una pillola e un bastoncino (che il medico inserisce sottocute e va sostituito ogni tre anni) contenenti solo progesterone.
Nonostante sia stato ipotizzato il ruolo migliorativo degli estrogeni nei confronti del Fenomeno di Raynaud, in letteratura vi sono alcune segnalazioni di peggioramento del quadro durante l’assunzione di contraccettivi orali, risoltisi dopo la sospensione. Se durante l’utilizzo di qualsiasi contraccettivo ormonale viene notato un peggioramento del fenomeno di Raynaud è quindi prudente sospendere la terapia e utilizzare un metodo contraccettivo diverso.
L’associazione estro-progestinica è controindicata in pazienti con fattori di rischio cardiovascolari, ai quali può essere proposta la pillola con solo progesterone. Nei casi in cui la Sclerosi Sistemica determini malassorbimento intestinale andranno evitati i contraccettivi in compresse per il rischio che non vengano assorbiti. Alcuni farmaci possono interagire con i metodi ormonali ad esempio
- Bosentan: riduce l’efficacia dei contraccettivi ormonali
- CiclosporinaA: i contraccettivi ormonali possono aumentarne la concentrazione e quindi la tossicità
- Walfarin: all’inizio della terapia con contraccettivi ormonali si possono avere delle variazioni dell’INR, che andrà quindi controllato più spesso.
Se si sta assumendo un qualsiasi farmaco, è importante parlarne comunque con il medico di riferimento, in modo da valutare le possibili interazioni e la necessità di utilizzare eventualmente un altro metodo contraccettivo.
Metodi di barriera
Prevedono l’utilizzo di mezzi meccanici che impediscono che il liquido seminale entri in contatto con la vagina.
- Preservativo (profilattico): è una guaina solitamente in lattice da infilare sul pene in erezione prima della penetrazione e da sfilare solo alla fine del rapporto sessuale in modo che il liquido seminale non venga a contatto con la vagina. Nelle donne sclerodermiche spesso è presente il problema della secchezza vaginale, in questi casi è giusto ricordare che se si utilizza il preservativo maschile i lubrificanti devono essere a base di acqua (quelli oleosi ne favoriscono la rottura). Esiste anche il preservativo femminile, ma è più difficile da reperire, più costoso e un po’ più complicato da usare correttamente (quindi meno sicuro). Entrambi se usati correttamente proteggono anche dalle malattie sessualmente trasmissibili.
- Il diaframma è una cupola da inserire in vagina assieme a una crema spermicida prima del rapporto sessuale e da rimuovere 6 ore dopo il rapporto. Ha gli stessi svantaggi del preservativo femminile e, a differenza di questo, non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Dispositivo intrauterino (Spirale)
È una struttura a forma di T che viene inserita dal medico nella cavità uterina (e sostituita mediamente dopo 5 anni) che impedisce la gravidanza rilasciando piccole quantità di rame/argento oppure di progestinico. Può essere controindicata in caso di terapia immunosoppressiva cronica per il rischio di infezione a carico dell’utero. In pazienti con ipertensione polmonare può essere controindicata per il rischio di un’alterazione dei battiti o della pressione durante l’inserimento.
Chiaramente non esiste il contraccettivo ideale per tutte le donne. Ogni metodo può essere più o meno adatto a una persona in una determinata fase della vita. Discuterne con il personale sanitario è indispensabile per effettuare la scelta corretta, in base alle proprie esigenze. La contraccezione in Sclerosi Sistemica è un aspetto da valutare e concordare con il proprio medico curante.
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Fonte: Tratto da “Il Quaderno Rosa della Sclerosi Sistemica” della Lega Italiana Sclerosi Sistemica