Uno studio ha valutato la frequenza di localizzazione all’esofago, al retto e all’ano della Sclerosi Sistemica. I risultati hanno dimostrato una stretta relazione fra le alterazioni di esofago retto e ano in Sclerosi Sistemica e suggerisce un’accurata valutazione degli stessi nelle persone affette da tale malattia.
Individuando precocemente le alterazioni di ano e retto si possono prevenire complicanze
Nella sclerodermia, o sclerosi sistemica, si possono rilevare spesso alterazioni della parete dell’esofago e del retto e della struttura dell’ano, gli esperti ritengono che questi problemi tendano ad associarsi fra loro, ma, nella pratica clinica, la valutazione dell’esofago è eseguita molto più spesso di quella del retto e dell’ano e quindi i danni a carico di queste ultime parti dell’intestino sono misconosciute. Tale lacuna, nella conoscenza dell’evoluzione della malattia può rappresentare un problema ulteriore, per le persone che ne sono affette, perché gli studi hanno dimostrato che, individuando tempestivamente le alterazioni delle funzioni di ano e retto e gestendole con approcci adeguati, si può prevenire o ritardare lo sviluppo di sintomi penalizzanti per i malati come l’incontinenza fecale.
I risultati dello studio sull’interessamento di esofago e regione ano-rettale
I ricercatori hanno valutato tutti i malati che si sono recati in un Centro specializzato di Marsiglia (Francia) per studiare esofago e regione ano-rettale. Durante la visita questi soggetti hanno compilato un questionario che aveva lo scopo di raccogliere informazioni sui sintomi e sulla qualità di vita. Inoltre esofago, ano e retto sono stati valutati con un esame, denominato manometria, che misura le pressioni sviluppate, nella cavità di tali organi, dalla contrazione delle loro pareti. Infine, l’ano è stato studiato anche con l’ecografia. Sono stati inclusi nella ricerca 44 soggetti, dei quali 41 di sesso femminile, con età media di 59.8 ± 12 anni. Riguardo ai sintomi, il 45.5% ne aveva di riferibili a una malattia da reflusso gastroesofageo, il 66.9% presentava disfagia, il 65.9% stipsi e il 77.3% incontinenza fecale. Con la manometria, si sono osservate alterazioni della contrazione della parete dell’esofago nel 65.9% dei casi e di quelle dell’ano e del retto nel 43.2%. In oltre l’89% dei soggetti che avevano esiti alterati della manometria, c’erano anche sintomi da disfunzione degli organi esplorati con questo esame. La gravità delle alterazioni a carico di queste parti dell’intestino era correlata alla durata della sclerodermia e si associava a una ridotta qualità di vita.
Gli autori hanno concluso che l’alterazione delle funzioni dell’ano e del retto sono strettamente associate a quelle dell’esofago e che, quindi, gli ultimi tratti dell’intestino devono essere sempre studiati per evitare o limitare al massimo la comparsa dell’incontinenza fecale.
Fondazione Serono – Tommaso Sacco