Il 5 per mille 2023 ha sforato il tetto di ben 27 milioni di euro. Gli italiani quindi con le loro firme hanno destinato agli enti del Terzo settore e alle realtà sociali che fanno del volontariato, della solidarietà sociale, della ricerca scientifica e sanitaria e delle altre attività di interesse generale il loro obiettivo primario, la bellezza di 552 milioni di euro: ne riceveranno però solo 522, al netto delle risorse che gli italiani hanno destinato ad enti esclusi e soprattutto al netto del tetto, fissato a 525 milioni di euro.
Il dato è ufficiale. Lo ha fornito Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, rispondendo all’interrogazione a risposta immediata presentata dall’onorevole Maria Chiara Gadda (IV) al ministro dell’Economia e delle finanze, a seguito dell’allerta lanciata da VITA subito dopo la pubblicazione dei dati del 5 per mille 2023 da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quei dati confermano ancora una volta quanto i cittadini apprezzino il 5 per mille, una misura che – nell’ottica della sussidiarietà orizzontale e senza costi per il singolo cittadino – permette a ciascuno di noi di sostenere la realtà sociale che più ci coinvolge e che sentiamo più necessaria. Nel 2023 gli italiani che in dichiarazione dei redditi hanno destinato il loro 5 per mille sono stati 17.249.982, quasi 731mila in più rispetto al 2022. Un segnale bello e importante.
«Non tutti però sanno che esiste un tetto al 5 per mille», ha ricordato in Aula l’onorevole Gadda, «fissato per il 2023 in 525 milioni di euro». Questo tetto, oltre a ridurre l’importo delle risorse di cui gli enti possono beneficiare, rischia di «minare il patto tra contribuenti e Stato». Ecco quindi «la domanda semplice» che l’onorevole Gadda ha posto al Governo: «Se intende rimuovere il tetto o intende continuare nella direzione per cui nel 2023 gli enti non profit si vedranno assegnare 20-30 milioni di euro in meno rispetto a quello che gli italiani hanno indicato espressamente con le loro firme».
Nella sua risposta, l’onorevole Gadda ha ribadito l’urgenza di rimuovere il tetto: «Lo chiedono gli enti e giornali importanti a partire da VITA. Togliamolo questo tetto, perché deve essere rispettata la volontà dei contribuenti, dando sostegno a realtà che svolgono servizi importantissimi per le persone più fragili e che lavorano per quell’interesse generale di cui tutti beneficiamo. Dal governo di fatto una non risposta sulla rimozione del tetto massimo rispetto alle erogazioni del 5 per mille agli enti del Terzo settore. Inflazione e aumento delle fragilità comportano maggiori costi e più impegno per gli enti, assurdo che queste risorse non vengano erogate laddove servono per attività di interesse generale svolte spesso in sostituzione dello Stato» conclude Gadda.
Fonte: Sara De Carli, VITA 10 luglio 2024 5 per mille, tetto sforato di 27 milioni di euro – Vita.it